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Ci vediamo il 28! – di Maurizio Miziopedala

di Maurizio Miziopedala

Stamane, avvisato dal meteo che sarebbe piovuto a dirotto, non scendo al meno 1 dove c’è la mia “bianchina”. Sarebbe stata l’occasione per attirare altri sguardi curiosi ai semafori, visto che l’ho targata con lo strip di salvaiciclisti. Pazienza, mi divertirò domani con il sole (che l’aviere di turno del meteo ha assicurato che ci sarà).

Salgo sul bus al capolinea, meno male c’è un bel posto vicino al finestrino. Mmm bene –penso – ora continuo a leggere quel libro sulla “mia prima bicicletta”, che  sembrano storie di bimbi ma sono testimonianze vere e ormai familiari. Non faccio in tempo ad aprire lo zainetto che sale un anziano signore trafelato con in mano una bici pieghevole. Lo osservo combattere con quella cerniera in mezzo al telaio che deve aver bisogno di un po’ di svitol, perché non  vuole chiudersi, ma alla fine ci riesce. Si siede, sembra sudato per la fatica, due posti dietro di me. Il signore subito alle mie spalle bofonchia, credendo di non farsi sentire…”ma pure con le bici ora salgono sul 60?”. Lo osservo sorridendo, ha un viso simpatico e un paio di rayban d’epoca che mi ricordano i miei che mi rubarono all’aeroporto. Non gli rispondo ma dico al signore con la bici, che sta cercando di sistemarla per non occupare troppo spazio… “buongiorno… viene anche lei il 28 ai fori imperiali?”. Lui sgrana gli occhi e quasi spaventato..” ah.. si ho sentito qualcosa, ma già oggi ho fatto quasi un fioretto a venire in bici al capolinea.. ma di che si tratta?”. Lo aggiorno sull’iniziativa di salvaiciclisti. Sembra illuminarsi per la contentezza, il sorriso gli si stampa sul viso.

Si chiama Romolo e io Maurizio, ci presentiamo e parliamo a due posti di distanza con in mezzo mister rayban “il bofonchiatore” che, piano piano, svela anche lui di essere un ex ciclista e ascolta compiaciuto. Ambedue hanno una paura matta del traffico. Sono delusi, scettici, e anche io mi accodo nel loro fuori tema quando si parla di inciviltà del traffico, andando a finire al discorso sulla corruzione nella politica, nella pubblica amministrazione…discorsi ormai triti e ritriti. Ma lei, la bici è sempre lì, e altri bofonchiatori, mano a mano che il bus procede e si riempie, cominciano a farsi sentire. Mi accorgo che i due anziani compagni di viaggio sono un pochino sordi e non replicano. “Guardi a destra – mi dice il signore con la pieghevole – c’è un altro che pedala su una bici uguale alla mia”. Romolo sta guardando il ciclista che svicola nel traffico di via 20 settembre, sorride, sembra tornato giovane, mi informa che sta andando alla stazione ostiense per andare a Tarquinia con il treno e con la pieghevole: oggi sta sperimentando un modo alternativo di muoversi, rinunciando ad usare l’automobile. Penso che davvero allora qualcosa sta cambiando. Sarà la crisi, sarà che siamo stanchi dell’inquinamento, sarà che arriva la primavera dopo un lungo inverno, la bici attira sempre più. Ma lui continua a parlarmi di timori della strada, del traffico e mi dice: “senti, diamoci del tu. Ti confido che verrei sabato, ma fino ai fori imperiali mi scoccia con la pieghevole, vorrei venire con la bici normale, ma ho paura il traffico mi terrorizza”. Ed io: “guarda, che se abiti dalle parti di monte sacro, puoi aggregarti al gruppo che partirà dalla madonnina di piazza sempione…”. Non se lo fa dire due volte, stavolta ha sentito bene. Aggiungo:“ci saranno altri 20 o 30 ciclisti con cui potrà pedalare in sicurezza, non sarai solo”. Si alza quasi sul sedile dalla contentezza: ”mi hai convinto, se partite alle 2 dalla madonnina, allora parto mezz’ora prima per essere puntuale”. “Non ti preoccupare Romolo, stai tranquillo, ti aspetterò”. Lo saluto e, scendendo alla fermata, penso di avere un altro amico per sabato senza aver usato i volantini che avevo in tasca…

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Questa voce è stata pubblicata il 24 aprile 2012 da in realismi.