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Una domanda semplice

di Mario Rossi

Quello che penso è che per varie filosofie orientali, soprattutto il taoismo, il movimento si identifica con la realtà stessa. Così come per il più grande filosofo teoretico occidentale della modernità, Hegel, il movimento (dialettico) è la verità dell’essere.

Come negare, sia a livello della percezione, sia al livello scientifico, l’evidenza del fatto che il movimento pervade la realtà fisica e quella mentale? Gli atomi sono in movimento, l’Universo è in movimento, i pensieri non riescono a fermarsi e seppure li scriviamo non possiamo interromperli perché già pensiamo ad altro, facciamo collegamenti, riflettiamo e scriviamo ancora, e mentre leggiamo facciamo lo stesso.

Insieme alla mente, anche il nostro corpo è in continuo movimento, pure se giochiamo a fare la statua.

Se superiamo la realtà percepibile e immaginiamo universi paralleli quantistici, oltre a essere necessariamente in movimento anch’essi, li pensiamo collegati tra loro da porte che altro non sono che simboli di un movimento. Se consideriamo la quarta dimensione, nello spaziotempo come facciamo a prescindere dall’idea del movimento? Un parallelepipedo non esiste se non scorre nelle sue dimensioni geometriche, o se non scorre la percezione su di esse. Lo scorrere è il tempo nello spazio, con il movimento il parallelepipedo esiste.

Il respiro e il battito cardiaco sono il persistente movimento della nostra vita, ininterrotto per tutta la vita, sono il movimento interiore del corpo.

Il nostro naturale spostamento, il camminare, il correre e l’arrampicarci, la nostra abilità di spostarci in acqua, si adattano naturalmente al movimento interiore: quel battito e quel respiro.

Il corpo umano ha dei limiti di forza e di resistenza che ogni individuo conosce, ed ognuno conosce bene i propri.

L’invenzione della bicicletta è stata una delle più importanti mai realizzate per l’emancipazione del corpo umano dai propri limiti. Attraverso la bicicletta il corpo, nella coordinazione psicofisica dei gesti, del battito cardiaco e della respirazione, produce e realizza un movimento superiore alle proprie possibilità sulla terraferma, dove si estende il principale spazio del suo movimento.

Il movimento pervade ed invera la realtà, pervade la vita, anzi il movimento è la “configurazione di sistema” della vita. E’ l’esistenza di ognuno.

E produrre camminando, correndo, arrampicandosi, nuotando, remando e pedalando, il proprio spostamento è la primaria realizzazione di se e autoaffermazione di ogni individuo umano.

Spostarsi da se è autodeterminazione.

Andare in macchina è un insulto a chi non può andare in bicicletta.

COME SI PUO’ SOPPORTARE LA COSTRIZIONE FISICA E MENTALE DELL’ESSERE TRASPORTATI DA UN MOTORE?

Me lo domando mentre suono il clacson per far togliere di mezzo stò rompipalle di ciclista.

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Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 25 Maggio 2012 da in flessioni di riflessioni, ironia.