storie in bicicletta

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Quando incontri un ciclista urbano, se sei un ciclista urbano, salutalo.

di Mario Rossi

3 variazioni di una storiella

a)

Pierluigi percorreva sempre la stessa strada in bicicletta per andare a lavorare e ne era orgoglioso perché si sentiva distinto dalla massa automobilista. Si sentiva anche figo perché aveva la bici vintage, l’i-phone con le cuffiette e le converse.

Lungo il percorso incontrava quasi ogni giorno un altro ciclista, un tizio con la citybike tamarra e la faccia tonda bonaria che ogni volta lo salutava con uno scampanellio, un sorriso e un cenno della mano.

Lui non sapeva bene come reagire e per le prime volte l’aveva guardato interdetto e senza ricambiare il saluto.

Dopo diversi incontri con quel tizio che continuava a salutare imperterrito, a un certo punto, dato che non poteva più far finta di non vederlo, aveva iniziato a rispondere con un leggero cenno della testa. Poi qualche volta l’aveva salutato di risposta. Finché, presa una confidenza quotidiana, quando si vedevano facevano a gara a chi suonava prima il campanello.

Così, il tizio che era una persona con una gran voglia di socializzare, ogni tanto allungava il suo tragitto pur di fare un tratto di strada insieme e chiacchierare un po’.

Un giorno, appena iniziato il lungo cavalcavia che percorreva tutti i giorni, Pierluigi si accorse che stava pedalando con una scarpa slacciata, ma non diede importanza alla cosa perché in bicicletta non c’è rischio di inciampare.

Quando lui e il tizio si incontravano sul cavalcavia raddoppiavano le feste, scampanellavano per tutto il tempo. Il primo a suonare fu il tizio. Quando furono vicini si salutarono con sincero piacere reciproco e il tizio decise di fare il solito tratto insieme, tornando indietro per un pò.

Passò un camion dei pompieri.

A metà del cavalcavia Pierluigi ebbe un giramento di testa e andò a sbattere con la bici sul parapetto. Il tizio fu pronto a sorreggerlo ed evitò che cadesse di sotto dove sulla strada sfrecciavano auto e camion.

Se il tizio con la faccia tonda non lo avesse aiutato Pierluigi si sarebbe senz’altro sfracellato.

b)

Pierluigi percorreva sempre la stessa strada in bicicletta per andare a lavorare e ne era orgoglioso perché si sentiva distinto dalla massa automobilista. Si sentiva anche figo perché aveva la bici vintage, l’i-phone con le cuffiette e le converse.

Lungo il percorso incontrava quasi ogni giorno un altro ciclista, un tizio con la citybike tamarra e la faccia tonda bonaria che ogni volta lo salutava con uno scampanellio, un sorriso e un cenno della mano.

Lui non sapeva bene come reagire perché quello  continuava a salutare imperterrito tutte le volte. Era difficile mantenere l’aria indifferente e far finta di non vederlo, ma decise di continuare a fare così.

Un giorno, appena iniziato il lungo cavalcavia che percorreva tutti i giorni, Pierluigi si accorse che stava pedalando con una scarpa slacciata, ma non diede importanza alla cosa perché in bicicletta non c’è rischio di inciampare.

Quando vide il tizio sulla sua citybike da pochi euro si sentì subito preso dall’imbarazzo. Immancabilmente quello scampanellò e lo saluto incrociandolo e Pierluigi fece finta di niente.

Passò un camion dei pompieri.

A metà del cavalcavia Pierluigi ebbe un giramento di testa e andò a sbattere contro il parapetto. Il suo corpo continuò la corsa scavalcando il parapetto e cadde sulla strada di sotto dove sfrecciavano auto e camion. Così Pierluigi si sfracellò.

c)

Pierluigi percorreva sempre la stessa strada in bicicletta per andare a lavorare e ne era orgoglioso perché si sentiva distinto dalla massa automobilista. Si sentiva anche figo perché aveva la bici vintage, l’i-phone con le cuffiette e le converse.

Lungo il percorso incontrava quasi ogni giorno un altro ciclista, un tizio con la citybike tamarra e la faccia tonda bonaria che ogni volta lo salutava con uno scampanellio, un sorriso e un cenno della mano.

Lui non sapeva bene come reagire perché quello  continuava a salutare imperterrito tutte le volte. Era difficile mantenere l’aria indifferente e far finta di non vederlo, ma decise di continuare a fare così.

Un giorno, appena iniziato il lungo cavalcavia che percorreva tutti i giorni, Pierluigi si accorse che stava pedalando con una scarpa slacciata, così si fermò e se la allacciò. Passò un camion dei pompieri.

Una volta ripartito vide arrivare il tizio sulla sua citybike da pochi euro e si sentì subito preso dall’imbarazzo. Immancabilmente quello scampanellò e lo saluto incrociandolo e Pierluigi non fece in tempo a fare finta di niente perché ebbe un giramento di testa e andò a sbattere con la bici contro il parapetto. Il tizio per fortuna era molto vicino e riuscì ad afferrare Pierluigi per una caviglia proprio mentre stava per volare di sotto dove sulla strada sfrecciavano auto e camion. Se Pierluigi non si fosse fermato ad allacciarsi la scarpa avrebbe incontrato il tizio prima del giramento di testa e quello non avrebbe potuto aiutarlo.

Per questo, quando incroci un ciclista urbano, se sei un ciclista urbano, salutalo, o almeno allacciati la scarpa.

 

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Questa voce è stata pubblicata il 4 Maggio 2012 da in invenzioni.